
Secondo la Direttiva 2001/18/CE dell'Unione Europea sul rilascio deliberato degli OGM nell'ambiente, essi sono così definiti: "un organismo, diverso da un essere umano, il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l'accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale"
A questo punto si potrebbe obbiettare: “ma non è forse vero che fin dagli albori dell’agricoltura l’uomo ha sempre incrociato piante tra loro per migliorare l’efficienza delle coltivazioni? Abbiamo da sempre OGM!”. Tale obiezione, peraltro legittima, si scontra col fatto che finora l’uomo ha potuto incrociare piante compatibili tra di loro e genericamente appartenenti alla stessa specie, mentre con gli OGM possiamo dare ad un seme una parte di corredo genetico di una specie totalmente diversa, ad esempio di un pesce, per tentare di renderlo resistente a taluni contaminanti: un tipo di interazione così estrema tra elementi così lontani di cui non è possibile cogliere le conseguenze a lungo termine.
Tale manipolazione, secondo le multinazionali produttrici nonchè una parte della categoria scientifica (come ad esempio Channapatna Prakash, famoso biologo molecolare dell'Università di Tuskagee, negli USA, che sfida gli ambientalisti di tutto il mondo in difesa delle biotecnologie agricole), permetterebbe di affrontare più efficaciemente problematiche umanitarie: "Nelle zone in cui c'è una povertà diffusa, un clima non favorevole o un terreno povero, gli interventi tecnologici sono indispensabili. L'unica alternativa possibile è dipendere dai sussidi dei governi". Dunque gli OGM si presterebbero ad essere coltivati in condizioni proibitive apportando particolari nutrienti (come una patata transgenica che, dal 2%di proteina nel tubero normale, sarebbe passata al 15%).
Esistono d'altra parte persone che come Vandana Shiva, fisica quantistica e ambientalista indiana, dalle pagine del Sole 24 ore dichiara “chi afferma che senza Ogm e prodotti chimici non si sconfiggerà mai la fame, dice falsità" evidenziando come "un terzo dei cereali coltivati nei paesi poveri, anziché sfamare la gente, sfama gli animali che daranno carne ai paesi ricchi, e che una distribuzione equa delle risorse alimentari porterebbe cibo là dove si soffre e si muore per fame, verrebbe da pensare che forse la soluzione della fame nel mondo non è così impossibile da realizzare" (fonte Lifegate 17/01/05)
Lo scetticismo sulla questione OGM viene evidenziato da istituzioni (come il Parlamento Europeo o come la Svizzera, che il 27/11/05, attraverso un referendum, ha bandito per 5 anni gli OGM dalla propria agricoltura), gruppi ambientalisti (come Greenpeace), scienziati (come nel caso di Dr. George Wald, Premio Nobel per la Medicina nel 1967) e associazioni consumatori, i quali sottolineano come la mancanza di prove di dannosità non sia sufficiente a garantirne la non dannosità ("l'assenza di prove non è prova di assenza" diceva Carl Sagan, uno dei maggiori astrofisci del 20°secolo).
È saggia tale precauzione oppure è invece più proficuo dare cieca fiducia ad una manipolazione che per alcuni rappresenta già l'alimentazione del futuro?
Discutiamone.
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