giovedì, marzo 09, 2006

Petrolio Caput Mundi – Petrolio fa bene al Petrolio (Cap.2)

Mi scuso per la lunghezza del post ma se avrete la pazienza di leggere verrete a scoprire cose che noi umani neanche possiamo immaginare...

Se mai al teatro avete visto un’opera tragica, vi sarete ben accorti che all’interno del dramma del protagonista, qualcuno (in genere il “cattivo”) che trae beneficio da quel dolore c’è sempre. Adesso immaginatevi un altro tipo di dramma, quello ambientale, causato da un effetto serra fomentato dalla combustione del petrolio: i ghiacciai si sciolgono, aumenta il livello dei mari, aumentano i fenomeni estremi (vedi Katrina&C.), aumentano le patologie legate alle particelle carboniose ecc ecc (andate a leggere lo studio del gruppo scientifico MTG Climate e ne scoprirete di peggiori); ebbene anche qui il nostro saggio antagonista, silenzioso e defilato, approfitta della situazione per trarne vantaggio. Come? Adesso ve lo spiego.

Fino ad adesso l’estrazione del petrolio è stata effettuata da bacini fossili molto raggiungibili, la cui trivellazione e installazione dell’impianto fosse alquanto agevole, trascurando ovviamente tutti quegli immensi giacimenti sotterrati da metri e metri di ghiaccio, ai poli del mondo, sicuramente meno a “portata di mano”. Ma adesso che i ghiacci si sciolgono, indovinate un po’, tali immense risorse si stanno rendendo disponibili. Insomma il petrolio, che ha causato lo scioglimento dei ghiacci, ha richiamato altro petrolio. Ed in questa reazione autocatalitica ci si sono piazzati i più grandi colossi petroliferi mondiali, e una tra questi, l’italiana Eni.

Lo sanno bene ad Hammerfest, in Norvegia, che a causa di tale “scongelamento” (Global Warming, in inglese), sono state rese accessibili nuove fonti di gas naturali; difatti l’Oceano Artico è rinomato per contenere almeno 1/4 delle riserve mondiali rimaste inscoperte. Hammerfest, all’interno di un progetto denominato “Biancaneve” (è buffo pensare come diano nomi innocenti a certe cose), permetterà alle lobby del petrolio mondiali di trasferire il prezioso combustibile in USA o Europa centrale, trasferimento, pensate un’ po’, facilitato proprio grazie alla fusione di quei ghiacci che deviavano, fino a non molti anni fa, di kilometri e kilometri le rotte commerciali. Due piccioni con una fava insomma.

Secondo le previsioni rilasciate alla testata Times (tutti i numeri citati sono stati presa da questa fonte, ad indicare l’autorevolezza delle informazioni), si è stimato che il progetto “Biancaneve” apporterà ai fautori ben 49’500 miliardi di euro nei 30 anni della durata della riserva fossile. Sono numeri grossi signori, che fanno gola, davvero troppo grossi per ascoltare la categoria scentifica sostenente che “ la combustione di questi fossili si aggiungerà ai gas serra, il mondo si riscalderà sempre di piu, i ghiacci diventeranno più sottili, e le lobby petrolifere saranno in grado i spingersi ancora piu a nord in cerca di energia”.


E sono davvero troppo grossi per rispettare la vita delle popolazioni locali, ossia 40.000 Sami nella Norvegia del nord e 9.000 Nenets e Khanti del nord della Russia, per i quali la pesca è una fondamentale risorsa vitale. Un incidente di un petroliera o durante l'estrazione del petrolio non solo metterebbe a rischio la ricchezza ittica del mare di Barent, ma minaccerebbe direttamente anche una parte dell'economia delle popolazioni indigene. “Non preoccupatevi” hanno dichiarato le autorità competenti nonché i colossi industriali, “sorveglieremo sulla compatibilità dei lavori di estrazione per rispettare il popolo artico”: al largo delle coste norvegesi, si sono verificati, dal 1990 ad oggi, ben 2.500 incidenti petroliferi (se non si preoccupavano che succedeva?)

Tutto questo è fatto alle nostre spalle signori, senza dirci niente, decidendo già da adesso cosa dovremo consumare nel nostro futuro e in quello dei nostri figli. Quanto ancora ci imporranno di essere parassiti del petrolio? Cosa dovrà succedere per far dissuadere il mondo dalla sua estrazione? Perché l’Italia non si muove rendendosene autonoma?

A proposito di Italia, una piccola nota tutta nostrana: 7giorni fa, al TG1 mi si profilava un “anno ottimo per l’energia italiana”, pensando io, da ingenuo cittadino, che ciò equivalesse ad una minore dipendenza dal petrolio, un minore costo sociale ed impatto ambientale. Poi ho ascoltato il seguito del servizio e mi è venuto d piangere:
L’utile netto dell’ENI è stato di 8,8 miliardi di euro, con una variazione% rispetto al 2004 del ben 25%”. Considerando che siamo in fase recessione (così l'Ocse ha decretato la situazione del nostro paese nel Maggio scorso) ed in piena crisi gas, questo risultato appare ancora più gigantesco.

Ah, dimenticavo vero, l’ENI è un’azienda di idrocarburi. Che ha pure ricevuto una multa dell’antitrust per posizione dominante, e sapete perché?

Ehehe adesso volete troppo, e poi questo post sta cominciando ad essere troppo lungo, un saluto al terzo capitolo dell’Inchiesta “Petrolio Caput Mundi” dove svelerò un' pò di arcani riguardanti l’economia italiana (arcani mica tanto, prendo la maggior parte delle informazioni dalla stampa estera, in Italia abbiamo un' pò di problemi a far girare nei giornali quella brutta parola che si chiama “Verità”).

Fonti principali
www.timesonline.co.uk/article/0,,13509-2034643,00.html
www.eni.it
http://www.gfbv.it/ (Associazione per i Diritti Umani dei Popoli minacciati)
http://clima.meteogiornale.it/Portal (MTG Climate)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo scavo di petrolio porta allo scavo di altro petrolio, quello piu nascosto che sarà tirato fuori col surriscaldamento della terra e conseguente discioglimento dei ghiacci; mi viene da dire solo na cosa...che culo eh?

Anonimo ha detto...

Forse potremmo smettere di inseguire il mito dell'energia a basso costo che il petrolio e le altre fonti combustibili fossili hanno rappresentato fino ad ora. L'approssimarsi del picco della curva di Hubbert - ossia quando ci sarà il massimo di produzione di energia petrolifera e inizierà la fase calante (della produzione ma non del costo) - dovrebbe indurci a riflettere sulla necessità di cambiare il nostro modello di consumo, economico, produttivo (in una parola di "vita") e puntare ad un maggiore equità nella distribuzione delle risorse. Per far questo ci vorrebbero buonsenso e coraggio per cambiare le nostre scelte strategiche, ma anche un po' meno di egoismo nei confronti di quella parte della popolazione mondiale che, con le sue rinunce, consente al venti per cento dell'umanità di avere un tenore di vita altrimenti insostenibile.

Ti saluto

Tullio Berlenghi

P.S. - Complimenti per il blog, davvero interessante e ben fatto...

Mandragor ha detto...

Beh ricevere un posti di commento da Tullio Berlenghi, responsabile dell'ufficio legislativo del gruppo Verdi della Camera, non solo mi fa un immenso onore, ma mi fa capire anche che il dialogo è possibile su tutti i fronti. Il popolo degli eco-bloggers non è solo, ma accompagnato da persone come Tullio, che ho conosciuto come grande comunicatore attraverso il suo libro "Come difendersi dagli Ambientalisti" dove il tema "problema ambientale" è trattato in modo concreto oggettivo e con quel tocco di ironia che ce lo fa comprendere più piacevolmente. Grazie mille per il suo passaggio Tullio, ci sentiamo meno soli. Un saluto.

Anonimo ha detto...

Grazie, ma non darmi del lei, che mi fa sentire di più il peso generazionale...

A presto

Tullio Berlenghi

Mandragor ha detto...

Bene Tullio, vorrà dire che spero, per quanto ti è possibile (dati gli impegni istituzionali che immagino essere molti), di poterti dare del tu più spesso magari anche di persona in un prossimo incontro di Legambiente. Male che vada c'è sempre internet che accorcia le distanze! Un saluto ed un sincero augurio di buon lavoro.
Mandragor

Anonimo ha detto...

Molto volentieri. Capiterà senz'altro qualche occasione...

A presto



Tullio

Massimo Sola ha detto...

Io speravo che l'ingresso di Cina e India nel "mercato globale", oltre a scombussolare l'economia cogliendoci "poco preparati", aiutasse a finire piu' in fretta il petrolio maledetto.
Ma il circolo vizioso di cui parli mi toglie anche questa consolazione. Facciamo qualcosa, anche se i poteri da contrastare sono fortissimi. Amici verdi, fate fuori tutti i vostri "cloni" e sensibilizzate i compagni di coalizione!!!
Molto intessante questo blog, l'ho scoperto per caso e ora lo segnalo nel mio, http://massimosola.blogspot.com/, piu' "generalista" ma attento all'ambiente e ai temi economici, sociali e politici, es. questione India/Cina, Chernobyl e nucleare...
A presto e buon lavoro a tutti!