sabato, febbraio 18, 2006

Debito Pubblico: quando finiranno di prenderci in giro (parte1)

Italia, paese di santi e navigatori, aggiungerei adesso anche di “promettitori”.
Pur di vincere le elezioni ci promettono di tutto: ponti improponibili, riduzione sensibile delle tasse, grandi opere peraltro odiate già da molti italiani (vedi TAV & company), Babbo Natale a Pasqua ecc.
E' ormai un gioco al rialzo.
E nessuna parte politica è esente da questa sorta di infiammazione del buon senso, la cosiddetta “Promettite Cronica Recidivante”, ormai endemica nei banchi del parlamento.
Tali promesse che si basano su “io farò meglio", hanno tutte un filo conduttore, una bugia, pardon, un’astuta omissione che va avanti da anni: l’Italia è indebitata fino al collo!
Parliamo di dati oggettivi: l’Italia ha un debito pubblico di 1.534,7 miliardi di euro, equivalente a 2.971.594 miliardi di lire (quasi 3 milioni di miliardi di lire, fonte Bankitalia 11 gennaio 2006); con una cifra così assurda c’è da promettere ben poco!
Mi spiego: pensatevi con una carta di credito in rosso di 4000 euro e con uno stipendio di 1000 mensili a cui togliere i beni assenziali (affitto, cibo ecc.): eliminando gli sfizi, a fine mese rimarrete con poche centinaia di euro per ridurre il debito con la banca (e a 200 euro al mese campa cavallo...).
Ovviamente al debito si devono aggiungere gli interessi relativi, ulteriori soldi che tengano conto dell’inflazione e dei mancati profitti che essa avrebbe fatto se non li avesse dati a voi (ma poverine 'ste banche!): solo parte dei 200 euro recupereranno il debito, col resto pagate gli interessi e ciò dilata ancora di più il tempo col quale lo avrete sanato.
Proiettiamo il semplicistico discorso all’Italia: parte delle tasse vengono usate per pagare non il debito ma i suoi interessi elevatissimi, debito che non si riduce ma anzi aumenta (clicca sul grafico, fonte Adusbef.it); il resto dei soldi finanziano beni e servizi comuni.
La domanda è: dato l'indebitamento fino all’osso dell'Italia (e la polverizzazione di fondi comuni per gli interessi del debito), che senso ha:
a) promettere uno sperperìo inutile (poichè ritenuto inutile da molti cittadini) dei fondi dello Stato (ossia i nostri) per nuove infrastrutture quando le vecchie (vedi Salerno Reggio, ferrovie Messina-Palermo ecc) sono in decadenza?
b) promettere riduzioni delle tasse quando non bastano neanche ad equilibrare il bilancio annuale (bilancio ovviamente fatto quadrare con prestiti ed ulteriore indebitamento)?
E allora cosa più saggiamente proporre all'Italia che non le solite promesse da 4 soldi per accattivarsi elettori?

1 commento:

Anonimo ha detto...

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